Raccolta acqua piovana, la prevenzione sostenibile alla siccità

"L'acqua è un bene prezioso indispensabile a tutte le attività umane. Tuttavia le disponibilità di acqua dolce non sono inesauribili. È quindi indispensabile preservarle, controllarle e, se possibile, accrescerle." È quanto sostenuto nella Carta Europea dell'Acqua, adottata dal Consiglio d'Europa nel 1968. Nel documento si legge anche: "L'acqua è un patrimonio comune il cui valore deve essere riconosciuto da tutti. Ciascuno ha il dovere di economizzarla e di utilizzarla con cura." E proprio per questo si sente sempre più parlare di impianti che permettono la raccolta dell'acqua piovana. Ma come funzionano? E come possono contribuire a risolvere l'attuale emergenza siccità?

INDICE DEI CONTENUTI:

 

Emergenza siccità: cause, conseguenze e prevenzione

Partiamo da alcuni numeri.

Durante l'estate 2022 l'emergenza numero uno in Italia, e in generale in Europa, è stata la siccità. La temperatura raggiunta è stata di quasi 1° superiore rispetto alla media storica e le piogge meno di un terzo, secondo i dati del Cnr, tanto che il 2022 è stato ufficialmente etichettato come "l'anno più caldo dal 1800". Il principale responsabile dell'innalzamento delle temperature e della siccità è il cambiamento climatico, ma sappiamo che non si tratta di qualcosa di facilmente risolvibile, soprattutto non nel breve periodo.

Ecco perché è necessario ingegnarsi e trovare altre strade, sfruttando le enormi risorse idriche presenti nel nostro Paese in maniera più consapevole.

Un'altra problematica, strettamente legata alla siccità, è infatti proprio quella degli sprechi. Sempre partendo dai dati, il censimento Istat delle acque (2019) ha portato alla luce una situazione davvero allarmante: le perdite idriche di acqua potabile (ottenute dalla differenza tra perdite totali e perdite apparenti) è di circa 144 litri al giorno per abitante. Tali perdite rappresentano la componente fisica delle perdite dovute a corrosione, giunzioni difettose, deterioramento o rotture delle tubazioni, e corrispondono al volume di acqua che fuoriesce dal sistema distributivo e che si disperde nel sottosuolo.

Si tratta di un volume cospicuo che, stimando un consumo pro capite pari alla media nazionale di 215 litri a persona, soddisferebbe le esigenze di circa 40 milioni di persone per un anno.

L'inadeguatezza e l'inefficienza dell'infrastruttura idrica pubblica e gli scarsi investimenti in manutenzione e sviluppo sono quindi corresponsabili del consumo (anzi dello spreco) di acqua potabile.

A proposito di sprechi, tutti noi, nel nostro piccolo, possiamo contribuire a ridurli e a favorire il risparmio idrico. Come?

  • Non lasciando scorrere inutilmente acqua quando ci si lava i denti, quando ci si insapona sotto la doccia o quando si lavano i piatti
  • Regolando il flusso dello sciacquone
  • Riparando le perdite
  • Non dimenticando i rubinetti semiaperti

Oltre a queste "buone abitudini" c'è un altro problema legato allo spreco a cui possiamo porre rimedio: è la questione legata all'utilizzo di acqua potabile non necessaria.

Metà dell'acqua potabile che esce dai nostri rubinetti non viene bevuta, ma viene utilizzata per attività dove non è richiesto ci sia acqua potabile, ad esempio: irrigare l'orto o il giardino, lavare i pavimenti, far funzionare la lavatrice, tirare lo sciacquone del wc, riempire la piscina o lavare l'auto.

Poter raccogliere e riutilizzare l'acqua piovana potrebbe aiutarci a risolvere il problema, e farci anche risparmiare sulle bollette di acqua e fognatura.

 

Dall'impluvium ai moderni impianti di raccolta acqua piovana

Le tipiche abitazioni degli antichi romani erano costruite attorno a un patio, al centro del quale era posizionato un impluvium, una grande vasca di forma quadrata, a fondo piatto, posta in corrispondenza dell'apertura sul tetto (il compluvium) e che fungeva da serbatoio per la raccolta delle acque piovane.

Un'opera di alta ingegneria che esiste da secoli e che ora viene riproposta come soluzione per arginare l'emergenza siccità ed evitare il consumo di grandi quantità di acqua potabile, se non necessaria.

I moderni impianti di recupero delle acque piovane hanno proprio lo stesso scopo: raccogliere e immagazzinare la pioggia, reimmettendola poi nell'impianto idrico domestico - debitamente filtrata - per utilizzarla per la pulizia della casa, lo scarico del wc e l'irrigazione. 

Com'è fatto un impianto recupero acqua piovana?

  • C'è un serbatoio, che ha il compito di immagazzinare l'acqua raccolta. Può essere interrato o fuori terra, ma in ogni caso deve essere in grado di resistere alle intemperie, all'ossidazione e agli sbalzi termici.
  • Ci sono dei filtri, che hanno il compito di ripulire l'acqua raccolta;
  • C'è una pompa di prelievo, che fa rifluire l'acqua nelle tubazioni domestiche.

Installare un sistema di questo tipo evita lo spreco di risorse idriche potabili e limita il prelievo di acqua dalla Rete, con un notevole risparmio economico.

 

Vantaggi di un sistema di recupero acqua piovana

  • È un impianto compatto e non invasivo;
  • È facile da installare e ha bassi costi di posa;
  • Gestione e manutenzione sono semplici ed economiche;
  • Assicura un risparmio sul consumo idrico fino a -50% (bolletta acqua e fognatura);
  • Permette di risparmiare sui detersivi e sulla manutenzione della lavatrice, per la minor durezza dell'acqua;
  • Contribuisce a limitare i grandi investimenti per l'ingegneria idraulica che devastano l'ecosistema.

Cosa aspetti? Vieni in una delle nostre sedi e ti forniremo maggiori informazioni sugli impianti di recupero dell'acqua.

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Scritto da Federico Mattei

Cresciuto a pane e edilizia. Dopo gli studi in economia e commercio sbarco nell’azienda di famiglia occupandomi di acquisti. Tutti i giorni ho la fortuna di poter valutare i migliori fornitori e scegliere i prodotti più adatti da proporre all'interno dei nostri punti vendita. Appassionato di ecologia e ambiente, mi piace osservare i progressi dell’edilizia verso un modo di costruire più efficiente e responsabile.

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