Realizzare un pavimento solido e duraturo parte sempre dalle fondamenta: il sottofondo. In questo articolo scopriamo cos'è il sottofondo pavimenti, come si differenzia dal massetto, quali sono le tipologie più utilizzate e come garantire una posa a regola d’arte.
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Quando pensiamo a un pavimento bello, stabile e duraturo, raramente ci soffermiamo su ciò che c’è sotto. Eppure, è proprio il sottofondo a determinare la resa finale. Una base eseguita correttamente consente alla pavimentazione di resistere al tempo, ai carichi e alle sollecitazioni senza cedimenti o crepe.
In edilizia, si dice spesso che "la finitura è solo la punta dell’iceberg": tutto ciò che non si vede è ciò che regge davvero la struttura. E il sottofondo fa parte proprio di questa struttura invisibile ma indispensabile.
Nel linguaggio comune, spesso vengono confusi. Ma tecnicamente sono due elementi diversi.
Entrambi vanno progettati in modo coordinato. Un errore nel sottofondo può compromettere l’intero pavimento, anche se il massetto è realizzato a regola d’arte.
Ogni cantiere ha le sue esigenze, e scegliere il giusto tipo di sottofondo significa garantire stabilità e funzionalità.
È il più semplice: un unico getto di calcestruzzo, spesso con l’aggiunta di materiali alleggerenti. Viene utilizzato quando non sono necessarie stratificazioni complesse o prestazioni termiche elevate.
Composto da due strati distinti: il primo è solitamente un alleggerito con funzione di riempimento e isolamento, mentre il secondo è uno strato più resistente, pensato per accogliere il massetto. Questa soluzione è molto usata nei cantieri residenziali moderni, dove si integrano impianti, riscaldamento a pavimento e requisiti acustici.
Le scelte sui sottofondi cambiano anche in base alla tradizione edilizia del territorio. Nelle zone tra Ferrara, Copparo, Comacchio e Mesola, ad esempio, è molto comune l’uso di sottofondi alleggeriti o bistrato, soprattutto in presenza di ristrutturazioni su edifici datati e fondazioni umide, dove è necessario contenere i pesi e garantire l’isolamento dal basso.
In contesti come Ravenna, Faenza, Lugo o Imola, dove prevale l’edilizia residenziale contemporanea o i cantieri di nuova costruzione, si predilige invece una stratigrafia più tecnica, spesso con riscaldamento a pavimento e sottofondi autolivellanti, per ottimizzare tempi e planarità.
Anche nelle aree del Polesine, tra Rovigo e Chioggia, il sottofondo deve spesso adattarsi a esigenze legate a piani seminterrati o edifici misti in muratura e calcestruzzo, dove la stratigrafia dev’essere studiata caso per caso, tenendo conto di umidità e assestamenti del terreno.
Questa varietà territoriale conferma l’importanza di scegliere materiali e soluzioni in funzione del contesto locale, affidandosi a rivenditori che conoscono da vicino le abitudini e le criticità costruttive delle province in cui operano.
Un sottofondo pavimenti ben progettato non deve solo “riempire uno spazio”. Deve assolvere a diverse funzioni tecniche:
Solo se queste condizioni sono rispettate, si può davvero parlare di un lavoro eseguito "a regola d’arte".
La stratigrafia, ovvero la sequenza degli strati sotto il pavimento, cambia in base al tipo di costruzione. Tuttavia, uno schema standard prevede:
Ogni strato ha uno spessore e una funzione specifica. Saltarne uno o realizzarlo con materiali sbagliati può compromettere l’intero sistema.
Chi opera in cantiere deve conoscere almeno due riferimenti fondamentali:
Seguire le normative non è solo una questione di conformità: significa anche tutelare sé stessi da contenziosi e garantire un risultato più professionale.
Uno dei problemi più frequenti è l’assenza di giunti di dilatazione, che causa fessurazioni nel massetto o direttamente nel pavimento finito.
Altre criticità comuni:
Una corretta pianificazione e l’utilizzo di materiali adeguati possono prevenire la maggior parte di questi errori.
Cos’è esattamente un sottofondo pavimenti?
È lo strato intermedio tra la struttura dell’edificio e il massetto, progettato per livellare, isolare e proteggere.
Quando è necessario usare un sottofondo alleggerito?
Quando si lavora su solai esistenti, in ristrutturazione o dove il peso complessivo deve essere contenuto.
Quanto deve essere spesso un sottofondo?
Dipende dal progetto, ma in genere si va dai 3 ai 10 cm, considerando anche gli spessori richiesti per l’isolamento e il passaggio impianti.
Che si tratti di un nuovo edificio o di una ristrutturazione, la realizzazione del sottofondo pavimenti è una fase da non sottovalutare. SILLA, con le sue 17 filiali e un’ampia gamma di materiali professionali, è il partner ideale per supportarti in ogni fase del cantiere.
Dai sottofondi alleggeriti alle soluzioni per riscaldamento a pavimento, i nostri esperti ti aiutano a trovare il materiale più adatto, tenendo conto di normative, budget e destinazione d’uso.
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