Una casa in classe energetica F è una casa che ha consumi e costi energetici elevati, dovuti alle dispersioni di calore della struttura e agli impianti poco efficienti. Con alcuni interventi migliorativi è possibile fare un salto di ben due classi e trasformare un edificio in classe F alla classe D: potrebbe sembrare poco, ma il passaggio di due classi può tradursi in un risparmio di centinaia di euro sulle bollette.
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Il D. Lgs. 192/2005 (successivamente modificato dalla Legge n. 90 del 3 agosto 2013) determina i criteri generali per la certificazione della prestazione energetica degli edifici, stabilendo una classificazione degli immobili esistenti su una scala che va da A4 (la classe più efficiente) a G (la meno efficiente).
La classe energetica è indicata nell’Attestato di Prestazione Energetica (APE), che viene rilasciato da un tecnico abilitato, ed è il risultato di una media aritmetica di tutti i punteggi ottenuti in base alle certificazioni fatte e alle caratteristiche strutturali della casa. Tra i parametri analizzati rientrano: la qualità dei materiali utilizzati nella struttura, la tipologia di infissi e il loro grado di dispersione del calore, l'utilizzo o meno di fonti di energia rinnovabile e il tipo di impianti di climatizzazione presenti.
La prestazione energetica dell’immobile è espressa attraverso l’indice di prestazione energetica globale, non rinnovabile EPgl, nren che comprende, per gli immobili residenziali:
Le case in classe energetica F sono tra le abitazioni meno efficienti dal punto di vista energetico. Il loro consumo va da un minimo di 2,60 Ep a un massimo di 3,50 Ep, cioè tra i 121 e 160 kWh/mq all’anno. La percentuale di energia consumata per il riscaldamento in molti casi è superiore al 50% e, più in generale, una casa in classe F può consumare fino a tre volte più energia rispetto a un edificio di classe elevata (A1 o successivi).
Si tratta per lo più di edifici risalenti agli anni ’70 e agli anni ’80 su cui non è mai stato effettuato nessun intervento di ristrutturazione, con un'isolamento termico e acustico non ottimale, senza fonti rinnovabili e con impianti di riscaldamento inefficienti o in disuso.
Infatti, le abitazioni in classe F mostrano spesso un insieme di problemi come spessori degli isolanti insufficienti o assenti in pareti, tetto, pavimenti; infissi vecchi, con doppi vetri assenti, telai non isolanti; impianti termici obsoleti, caldaie inefficienti, bollitori per acqua calda inefficienti; scarsa o nulla integrazione con fonti di energia rinnovabile; problemi legati a muffa, condense, dispersioni di calore verso l’esterno; bollette alte, specialmente per riscaldamento e raffrescamento.
Tutto ciò rende le case in classe energetica bassa molto energivore.

Se si vuole migliorare la situazione e ridurre i consumi (e di conseguenza le spese) della propria abitazione è necessario adottare soluzioni volte ad aumentare l'efficienza energetica, come:
L'isolamento termico è sicuramente l'intervento principale da effettuare, su questo tipo di edifici, se si vuole ottenere un beneficio immediato. È possibile fare una scelta sostenibile optando per materiali edili isolanti ecologici e riciclabili che, oltre a mantenere confortevole la temperatura interna evitando dispersioni, contribuiscono anche a fare del bene all'ambiente. Scopri quali sono i migliori, secondo noi.

Oltre a questi interventi, ce ne sono altri volti ad ottimizzare ulteriormente i consumi energetici e che vengono fatti solitamente in una ristrutturazione completa senza impattare molto sul piano dei costi. Contribuiscono comunque a ridurre i costi di riscaldamento ed elettricità:
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